In relazione alla seduta della Decima commissione consiliare
sull'occupazione della Casa del Portuale, è utile fare presente che una parte
del Partito Democratico, l'area Civati, a differenza di altri rappresentanti
del centro-sinistra al Comune di Messina, condivide su questo tema la posizione
della Giunta Accorinti e dell'Assessore Ialacqua.
Innanzitutto sulla questione dell'occupazione non autorizzata della Casa
del Portuale. Come forse non tutti i consiglieri comunali sanno, esperienze di
centri sociali occupati sono presenti in quasi tutte le medie e grandi città
italiane. E se non assistiamo a sgomberi giornalieri di tali luoghi è perchè
da
parte delle amministrazioni competenti spesso si riconosce agli occupanti una
funzione sociale della loro presenza. Infatti, nella maggior parte dei casi, ad
essere occupati sono luoghi degradati. E nel caso del Pinelli, si è recuperato
uno spazio abbandonato da anni, dove prima dell'occupazione stazionavano
tranquillamente, con buona pace di ben pensanti e consiglieri comunali,
prostitute e spacciatori.
Inoltre, la funzione sociale degli spazi occupati, oltre ad attività
sociali per bambini ed anziani (come gli occupanti del Pinelli avevano iniziato
a svolgere nei spazi del teatro in Fiera prima di essere sgomberati) si esplica
anche nella promozione di dibattiti ed informazione alternativa. Democrazia
significa dare la possibilità di espressione delle proprie idee anche a quelle
minoranze che non si adeguano al pensiero dominante. Ed in tal senso, in tutte
le città dove sono presenti i centri sociali, in questi spazi si tollerano
attività culturali, musicali o ricreative senza scopo di lucro, non
regolamentate. La sperimentazione culturale e musicale è legata alla presenza
di questi luoghi e di queste condizioni. Se la musica avesse trovato spazio
solo nei locali commerciali non sarebbero cresciuti molti gruppi musicali di
hip-hop, rap, ragamuffin, ska, punk. Così anche per le rassegne
cinematografiche, gli spettacoli teatrali e le altre forme d'arte. In un
contesto come quello di Messina, dove nessuna istituzione investe risorse sulla
sperimentazione culturale da almeno venti anni, bisognerebbe apprezzare
iniziative spontanee come quella del Pinelli, che danno spazio ad espressioni
culturali e politiche alternative.
Anche per quanto riguarda la street
art, spesso anche questa si svolge al di fuori della legalità. Ma quando si
tratta di artisti e non di vandali, generalmente le amministrazioni tollerano
tali espressioni artistiche, poiché valorizzano luoghi degradati. A volte
addirittura, tali opere d'arte diventano un'importante attrattiva per i
visitatori delle città. Noto è il caso dei murales di Banksy a Bristol, il cui
museo gli ha dedicato una mostra nel 2009 che ha avuto 300 mila spettatori in
tre mesi. Il murales di via Alessio Valore, realizzato da Blu, uno dei più
importanti artisti di strada del mondo, pertanto non può essere trattato come
una qualsiasi scritta su un muro.
In conclusione,
seguendo l'esempio di altre città, come Roma, che hanno assegnato gli spazi
occupati ad alcuni centri sociali poiché ne riconoscevano l'utilità sociale, si
consiglia alle istituzioni comunali di promuovere tali attività anziché
reprimerle, regolamentando l'uso degli spazi e dei servizi pubblici, ed approcciandosi
alla diversità culturale e politica come un'opportunità e non come una
minaccia.
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