domenica 1 dicembre 2013

Primarie 2013: le cose cambiano cambiandole.


A che cosa servono le primarie dell'8 dicembre 2013? Non bisogna individuare il candidato alla Presidenza del Consiglio, ma in quella data gli elettori del PD potranno scegliere il nuovo segretario ed i nuovi organismi dirigenti che per quattro anni gestiranno il Partito Democratico. E considerata l'importanza della scelta (il PD è l'unico grande partito di massa che ancora esiste), per decidere bisogna prima valutare e dare un giudizio di come è stato gestito questo partito negli ultimi quattro anni, sia per le scelte politiche, sia per la conduzione interna.
Qual è il bilancio dell'attuale gruppo dirigente? Dal punto di vista politico è senza dubbio molto modesto. In tre degli ultimi quattro anni il PD ha governato insieme al centro-destra, senza portare avanti nessuna delle grandi riforme di sistema di cui questo paese ha ancora bisogno. Alle ultime elezioni politiche l'attuale gruppo dirigente, con Bersani candidato, è riuscito a non vincere una campagna elettorale dove a tre mesi dal voto il nostro principale avversario partiva da 10 punti in meno. Chi ha gestito il PD in questi anni non è riuscito, in una difficile crisi economica e sociale, a dettare l'agenda politica ed a imporre determinati punti in chiave anticiclica: interventi per l'occupazione, riduzione delle tasse per le fasce di reddito più basse, investimenti in istruzione e ricerca. E soprattutto non ha ottenuto risultati in quello che dovrebbe essere il principale obiettivo di un partito di sinistra: la redistribuzione della ricchezza. Le distanze tra i più ricchi ed i più poveri sono cresciute e non diminuite.
Questo gruppo dirigente, che di fatto ha fallito l'obiettivo di riportarci al governo per cambiare il Paese, è lo stesso che adesso si ripresenta con facce nuove. Renzi e Cuperlo rappresentano infatti le due correnti del PD che in questi anni si sono alternate nella gestione del partito con gli scarsi risultati prima accennati. Il gruppo dirigente di Renzi è composto da dirigenti come Fassino, Franceschini e Veltroni. Quello di Cuperlo è espressione di Bersani, D'Alema, Finocchiaro e Fioroni.
Ora, un segretario non va selezionato solo per le sue qualità personali. Renzi è senza dubbio molto efficace nella comunicazione. Cuperlo è tra le migliori menti del nostro partito. Ma un segretario va  scelto per il gruppo dirigente che ha dietro e che con lui prenderà le scelte. Se direzione ed assemblea nazionale saranno espressione sempre degli stessi deputati, ma cambierà solo il segretario, la linea politica del PD, i suoi difetti, le sue ambiguità resteranno sempre le stesse.
Per queste ragioni crediamo che Civati sia l'unico candidato alla segreteria che rappresenti una vera discontinuità col passato e che ha un'idea chiara su quale partito vogliamo per i prossimi quattro anni. Un PD con un'identità definita che risolva la questione della collocazione internazionale (il PSE), con un progetto di coalizione di centro sinistra per il futuro, con un'idea precisa sui soggetti sociali da rappresentare e difendere: precari, disoccupati, famiglie a basso reddito. E con una proposta politica concentrata su tali soggetti: reddito minimo garantito, strumenti per la ripresa dell'occupazione, interventi per fare ripartire lo sviluppo nelle aree deboli del Paese come il Mezzogiorno, investendo soprattutto in cultura, istruzione e ricerca.
Ma il PD del futuro deve cambiare anche per quanto riguarda la gestione interna. Fino ad oggi, in tutti i territori, non solo a Messina, il PD è stato il partito degli eletti, dove pochi, spesso i deputati, decidevano per tutti e gli organismi dirigenti venivano convocati solo per ratificare quanto già stabilito.
L'idea che noi abbiamo del PD, è invece di un partito dove si coinvolgono gli iscritti e gli elettori nelle decisioni più importanti, dove gli organismi dirigenti discutano e stabiliscano la linea del partito indipendentemente dai deputati, dove il meccanismo di selezione degli organismi dirigenti privilegiato non sia la cooptazione, adottata finora nel partito degli eletti, ma la competenza, il merito, la presenza attiva nella vita politica.
Un partito, infine, che si occupi molto più di politica e meno di sottogoverno. E questo lo si può fare ritornando a promuovere iniziative politiche sul territorio, sia sulle tematiche locali (rifiuti, trasporti, fondi strutturali), sia portando anche a Messina il dibattito sui grandi temi nazionali con importanti esponenti politici. Ed è questa prospettiva che stiamo organizzando due appuntamenti molto importanti nelle prime settimane di dicembre con Corradino Mineo (il 7 dicembre alle 10,30) e con Fabrizio Barca (il 12 dicembre alle 17). Ed è con questo approccio che vogliamo continuare il nostro progetto di cambiamento del PD anche dopo le primarie dell'8 dicembre.

Piero David

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