La fiducia in un altro PD
Quello di
domenica è stato un momento molto importante per l'area Civati. Al netto della posizione che poi è stata presa dai deputati e dai senatori "civatiani",
l'appuntamento si è presentato come un
secondo momento fondativo per questa componente del PD. Un'area che è partita
da zero, e che dopo sei mesi di
congressi è diventata grande, registrando una crescita numerica e politica. Ma che
adesso deve dimostrare anche di essere matura e decidere quale prospettiva
scegliere per il proprio futuro politico. Il voto di fiducia al governo è la
conseguenza della strada che si vuole percorrere.
Bisogna cercare
di capire quale obiettivo si pone l'area Civati per i prossimi anni. Se la
scelta è quella esclusivamente di manifestare le proprie opinioni, senza
tuttavia pensare di incidere nelle scelte, senza la possibilità di introdurre
elementi di cambiamento nella politica e nella società, allora la decisione migliore
è quella di uscire dal PD e trovarsi un altro partito dove fare politica, o
fondarne uno nuovo.
Ma
bisognerebbe anche chiedersi perché questa soluzione dovrebbe avere più fortuna
politica di quelle che abbiamo già visto negli anni passati. Qualcuno si
ricorda l'area Mussi? Era una componente dei DS contraria alla nascita del PD,
più consistente in termini di iscritti, dirigenti e deputati dell'area Civati.
Con l'uscita dai DS quell'area si è dissolta. Si potrebbe osservare che forse
Mussi non era un leader carismatico in grado di realizzare un partito a
sinistra del PD. Ebbene Vendola ha queste caratteristiche, e Sel ha un
programma simile a quello che vorremmo realizzare noi, ma il risultato è
comunque marginale.
Io penso che
la strada che noi dobbiamo prendere non sia questa, costituire l'ennesimo
partitino di sinistra che si limita a fare testimonianza politica. Credo che,
se siamo ancora convinti, come lo eravamo sei mesi fa, che il PD sia ancora una
risorsa, e che per cambiare la società italiana dobbiamo cambiare il PD, allora
questa è l'occasione giusta per diventare noi
il punto di riferimento politico per l'opinione politica di sinistra.
Sia per i
tanti dentro il PD che non condividono la scelta di Renzi e che in questo
momento ci vedono come l'unica opposizione (Cuperlo con il suo accordo ci ha
aperto una prateria), sia per quelli che fuori dal nostro partito, guardano con
interesse le nostre posizioni, e che se la nostra linea diventasse
maggioritaria potrebbero pensare anche loro di entrare a darci una mano. E
questo potrebbe avvenire anche in tempi rapidi: 15 mesi fa Renzi era minoranza
nel PD, un anno dopo ha raccolto oltre il 70% dei consensi, dimostrando
l'estrema mobilità dell'elettorato del PD. In questo momento molti nel PD
guardano a noi come gruppo dirigente del futuro. Se non sbagliamo troppe mosse
potremmo diventarlo.
Ma se la
strada deve essere questa dobbiamo attrezzarci. Per essere un autorevole punto
di riferimento nel Pd dobbiamo allargare il nostro gruppo dirigente con le
migliori personalità che ancora questo partito possiede. E, soprattutto, dobbiamo
strutturandoci meglio sul territorio, promuovendo la discussione politica nei
circoli, e incalzando il PD sui temi politici per noi importanti.
Ma dobbiamo
diventare punto di riferimento a sinistra anche fuori dal PD, nel Parlamento e
nella società, aprendo un tavolo permanente di confronto con tutte quelle forze
politiche che vogliono cambiare, nella nostra
direzione, questo Paese. Questo significa che nelle sedi istituzionali, alle
scadenze poste dall'agenda Renzi, bisogna arrivarci dopo aver discusso le
nostre proposte con SEL ed i dissidenti del M5S. Solo dopo aver coinvolto
queste forze in una discussione programmatica si potrà anche convincerle a fare
un percorso assieme a noi ed a diventare l'alternativa al NCD nella maggioranza
di governo.
In conclusione, fiducia al PD.
Perche pensiamo che questo partito possa ancora diventare un grande partito di
massa di centro-sinistra, il soggetto di cambiamento di cui ha bisogno il
nostro paese. Non è con un si o un no ad un provvedimento che si realizzerà il
cambiamento. La ricostruzione della sinistra in Italia, un partito con una
nuova visione del mondo alternativa a quella dominante, l'egemonia culturale e
politica, sia nel partito che nella società, richiedono processi lunghi e
pratiche quotidiane, un'analisi approfondita della situazione attuale e delle
proposte praticabili per risolverne i problemi.
Se lavoriamo con maturità ed
impegno, continuando a mantenere vivo il rapporto che abbiamo costruito con
l'elettorato di centro-sinistra, riusciremo a cambiare il PD ed a rendere
migliore la società italiana.
Piero David