lunedì 24 febbraio 2014

La fiducia in un altro PD



Quello di domenica è stato un momento molto importante per l'area Civati. Al netto della posizione che poi è stata presa dai deputati e dai senatori "civatiani", l'appuntamento  si è presentato come un secondo momento fondativo per questa componente del PD. Un'area che è partita da zero, e  che dopo sei mesi di congressi è diventata grande, registrando una crescita numerica e politica. Ma che adesso deve dimostrare anche di essere matura e decidere quale prospettiva scegliere per il proprio futuro politico. Il voto di fiducia al governo è la conseguenza della strada che si vuole percorrere.
Bisogna cercare di capire quale obiettivo si pone l'area Civati per i prossimi anni. Se la scelta è quella esclusivamente di manifestare le proprie opinioni, senza tuttavia pensare di incidere nelle scelte, senza la possibilità di introdurre elementi di cambiamento nella politica e nella società, allora la decisione migliore è quella di uscire dal PD e trovarsi un altro partito dove fare politica, o fondarne uno nuovo.
Ma bisognerebbe anche chiedersi perché questa soluzione dovrebbe avere più fortuna politica di quelle che abbiamo già visto negli anni passati. Qualcuno si ricorda l'area Mussi? Era una componente dei DS contraria alla nascita del PD, più consistente in termini di iscritti, dirigenti e deputati dell'area Civati. Con l'uscita dai DS quell'area si è dissolta. Si potrebbe osservare che forse Mussi non era un leader carismatico in grado di realizzare un partito a sinistra del PD. Ebbene Vendola ha queste caratteristiche, e Sel ha un programma simile a quello che vorremmo realizzare noi, ma il risultato è comunque marginale.
Io penso che la strada che noi dobbiamo prendere non sia questa, costituire l'ennesimo partitino di sinistra che si limita a fare testimonianza politica. Credo che, se siamo ancora convinti, come lo eravamo sei mesi fa, che il PD sia ancora una risorsa, e che per cambiare la società italiana dobbiamo cambiare il PD, allora questa è l'occasione giusta per diventare noi  il punto di riferimento politico per l'opinione politica di sinistra.
Sia per i tanti dentro il PD che non condividono la scelta di Renzi e che in questo momento ci vedono come l'unica opposizione (Cuperlo con il suo accordo ci ha aperto una prateria), sia per quelli che fuori dal nostro partito, guardano con interesse le nostre posizioni, e che se la nostra linea diventasse maggioritaria potrebbero pensare anche loro di entrare a darci una mano. E questo potrebbe avvenire anche in tempi rapidi: 15 mesi fa Renzi era minoranza nel PD, un anno dopo ha raccolto oltre il 70% dei consensi, dimostrando l'estrema mobilità dell'elettorato del PD. In questo momento molti nel PD guardano a noi come gruppo dirigente del futuro. Se non sbagliamo troppe mosse potremmo diventarlo.
Ma se la strada deve essere questa dobbiamo attrezzarci. Per essere un autorevole punto di riferimento nel Pd dobbiamo allargare il nostro gruppo dirigente con le migliori personalità che ancora questo partito possiede. E, soprattutto, dobbiamo strutturandoci meglio sul territorio, promuovendo la discussione politica nei circoli, e incalzando il PD sui temi politici per noi importanti.
Ma dobbiamo diventare punto di riferimento a sinistra anche fuori dal PD, nel Parlamento e nella società, aprendo un tavolo permanente di confronto con tutte quelle forze politiche che vogliono  cambiare, nella nostra direzione, questo Paese. Questo significa che nelle sedi istituzionali, alle scadenze poste dall'agenda Renzi, bisogna arrivarci dopo aver discusso le nostre proposte con SEL ed i dissidenti del M5S. Solo dopo aver coinvolto queste forze in una discussione programmatica si potrà anche convincerle a fare un percorso assieme a noi ed a diventare l'alternativa al NCD nella maggioranza di governo.
In conclusione, fiducia al PD. Perche pensiamo che questo partito possa ancora diventare un grande partito di massa di centro-sinistra, il soggetto di cambiamento di cui ha bisogno il nostro paese. Non è con un si o un no ad un provvedimento che si realizzerà il cambiamento. La ricostruzione della sinistra in Italia, un partito con una nuova visione del mondo alternativa a quella dominante, l'egemonia culturale e politica, sia nel partito che nella società, richiedono processi lunghi e pratiche quotidiane, un'analisi approfondita della situazione attuale e delle proposte praticabili per risolverne i problemi.
Se lavoriamo con maturità ed impegno, continuando a mantenere vivo il rapporto che abbiamo costruito con l'elettorato di centro-sinistra, riusciremo a cambiare il PD ed a rendere migliore la società italiana.

Piero David

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