mercoledì 4 settembre 2013

La Grillonomics


L'analisi dettagliata del programma economico di Grillo, se da una parte conferma i caratteri di superficialità, ed a volte demagogia, delle proposte del Movimento Cinque Stelle, dall'altra mette in evidenza la comune matrice valoriale con la cultura di sinistra: eguaglianza, sobrietà dei consumi, ambientalismo, democrazia, regolazione del liberismo, difesa dei diritti dei più deboli, sono tutti elementi qualificanti della cultura politica di sinistra.
Dal programma economico di Grillo emerge chiaramente come i soggetti sociali di riferimento del M5S siano due principalmente: il primo, in ordine temporale, sono i precari; l'altro è rappresentato dalle piccole e medie imprese.
I lavoratori precari sono stati i primi che hanno riempito le pagine del Blog di Grillo, raccontando le proprie esperienze di frustrazione e sfruttamento, raccolte dal comico genovese nel volume "Schiavi moderni".
L'altro soggetto sociale di riferimento, più recente, è costituito dalla piccole e medie imprese (PMI), con le quali, soprattutto negli ultimi due anni, si è stretto un rapporto sinergico: tramite i sondaggi promossi sul blog, il M5S è riuscito a costruire una piattaforma programmatica per le PMI che adesso i deputati grillini stanno trasformando in proposte di legge da discutere in Parlamento.
Qui emerge l'altra fondamentale caratteristica del movimento di Grillo che ne fa un soggetto molto più stabile e "strutturato" dei passati movimenti di protesta. Tramite il web Grillo è riuscito ad intercettare l'esigenza di cambiamento e la voglia di partecipazione di quella parte di Paese che si sente in questo momento più a rischio: precari, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori.
Se nel secolo scorso erano le sezioni dei partiti di massa la struttura territoriale in grado di percepire cambiamenti e domande della società, adesso, nel secolo dei partiti leggeri questa "struttura" è stata sostituita dal web 2.0, dai blog e dai social network. Questi nuovi strumenti hanno permesso al M5S di diventare punto di riferimento di soggetti che non vogliono fermarsi solo alla protesta, ma che credono di poter cambiare con proposte concrete.
Questo metodo "aperto" di costruzione del programma ne costituisce anche un limite. Non solo in termini di dettaglio e fattibilità della proposta, ma anche per l'impostazione microeconomica che ne deriva. Pertanto mancano nel programma proposte macro sulla politica industriale, sugli interventi per ridurre i divari tra Nord e Sud, su quale politica infrastrutturale o per l'istruzione.

Concludiamo con una considerazione non economica. Se da una parte non si può non biasimare la limitata esperienza e preparazione politica dei grillini eletti in parlamento, dall'altra bisogna ammettere che, senza dubbio, sono tra i pochi rappresentanti delle istituzioni con la volontà di cambiare radicalmente il nostro Paese, e proprio perché mancano di una vera e propria "formazione politica", esprimono tale intenzione senza i filtri del politichese, risultando più efficaci dei loro colleghi dei partiti tradizionali.  Infine, c’è da apprezzare e valorizzare uno sforzo dei grillini di «andare oltre», comune alle diverse generazioni e trasversale alle differenti ideologie, riscoprendo una categoria che la sinistra sembra avere dimenticato: l'utopia.

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