mercoledì 4 settembre 2013

In relazione alla seduta della Decima commissione consiliare sull'occupazione della Casa del Portuale, è utile fare presente che una parte del Partito Democratico, l'area Civati, a differenza di altri rappresentanti del centro-sinistra al Comune di Messina, condivide su questo tema la posizione della Giunta Accorinti e dell'Assessore Ialacqua.
Innanzitutto sulla questione dell'occupazione non autorizzata della Casa del Portuale. Come forse non tutti i consiglieri comunali sanno, esperienze di centri sociali occupati sono presenti in quasi tutte le medie e grandi città italiane. E se non assistiamo a sgomberi giornalieri di tali luoghi è perchè
da parte delle amministrazioni competenti spesso si riconosce agli occupanti una funzione sociale della loro presenza. Infatti, nella maggior parte dei casi, ad essere occupati sono luoghi degradati. E nel caso del Pinelli, si è recuperato uno spazio abbandonato da anni, dove prima dell'occupazione stazionavano tranquillamente, con buona pace di ben pensanti e consiglieri comunali, prostitute e spacciatori.
Inoltre, la funzione sociale degli spazi occupati, oltre ad attività sociali per bambini ed anziani (come gli occupanti del Pinelli avevano iniziato a svolgere nei spazi del teatro in Fiera prima di essere sgomberati) si esplica anche nella promozione di dibattiti ed informazione alternativa. Democrazia significa dare la possibilità di espressione delle proprie idee anche a quelle minoranze che non si adeguano al pensiero dominante. Ed in tal senso, in tutte le città dove sono presenti i centri sociali, in questi spazi si tollerano attività culturali, musicali o ricreative senza scopo di lucro, non regolamentate. La sperimentazione culturale e musicale è legata alla presenza di questi luoghi e di queste condizioni. Se la musica avesse trovato spazio solo nei locali commerciali non sarebbero cresciuti molti gruppi musicali di hip-hop, rap, ragamuffin, ska, punk. Così anche per le rassegne cinematografiche, gli spettacoli teatrali e le altre forme d'arte. In un contesto come quello di Messina, dove nessuna istituzione investe risorse sulla sperimentazione culturale da almeno venti anni, bisognerebbe apprezzare iniziative spontanee come quella del Pinelli, che danno spazio ad espressioni culturali e politiche alternative.
Anche per quanto riguarda la street art, spesso anche questa si svolge al di fuori della legalità. Ma quando si tratta di artisti e non di vandali, generalmente le amministrazioni tollerano tali espressioni artistiche, poiché valorizzano luoghi degradati. A volte addirittura, tali opere d'arte diventano un'importante attrattiva per i visitatori delle città. Noto è il caso dei murales di Banksy a Bristol, il cui museo gli ha dedicato una mostra nel 2009 che ha avuto 300 mila spettatori in tre mesi. Il murales di via Alessio Valore, realizzato da Blu, uno dei più importanti artisti di strada del mondo, pertanto non può essere trattato come una qualsiasi scritta su un muro.

In conclusione, seguendo l'esempio di altre città, come Roma, che hanno assegnato gli spazi occupati ad alcuni centri sociali poiché ne riconoscevano l'utilità sociale, si consiglia alle istituzioni comunali di promuovere tali attività anziché reprimerle, regolamentando l'uso degli spazi e dei servizi pubblici, ed approcciandosi alla diversità culturale e politica come un'opportunità e non come una minaccia.

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