Le ultime
decisioni dei rappresentanti del Partito Democratico in Consiglio Comunale evidenziano
la necessità del PD di Messina di ripristinare la funzionalità degli organismi
dirigenti cittadini e provinciali.
La sconfitta
elettorale delle amministrative di giugno contro il movimento che sosteneva
Accorinti ha le sue ragioni principali nella scelta di parte del nostro
elettorato, quello più di sinistra, di votare il candidato movimentista,
assimilando il nostro partito a quella classe politica che ha portato la nostra
città al quasi dissesto.
Non siamo
riusciti a farci percepire diversi dal centro-destra, in discontinuità con le
amministrazioni passate, nonostante il PDL, e non il PD, abbia governato in
città, alternandosi con i commissari, gli ultimi quindici anni.
La sconfitta
elettorale avrebbe dovuto farci riflettere sugli errori commessi e quindi sulla
linea da tenere in consiglio comunale. E invece si continuano a fare gli stessi
errori.
Essendo
all'opposizione, insieme al PDL, di una giunta che ha pescato molto nel nostro
elettorato, dovremmo fare di tutto per distinguerci dal centro-destra e tentare
di riconquistare parte del consenso perso. Alla prima occasione, invece, su un
tema dove la sinistra ha un approccio sociale e culturale molto diverso dalla
destra, il PD fa una conferenza stampa congiuntamente al PDL: le larghe intese
alla messinese. Rischiando di convincere anche quella parte di elettorato di
sinistra che non ci sia nessuna differenza politica tra noi ed il centrodestra
nell'amministrazione della città.
Ovviamente
questo tipo di errori politici erano prevedibili già dal giorno dopo l'elezione
dei consiglieri comunali. E sono la conseguenza della sbagliata composizione delle
liste del centrosinistra, formate con un solo criterio: prendere più voti.
Imbarcando anche molti consiglieri che fino a qualche mese prima erano nel
centro-destra. Ora, se un consigliere cambia idea, matura una nuova visione
della società, dei suoi problemi e di come risolverli, e, condividendo spirito,
valori di fondo e linea politica del PD, decide di aderirvi e candidarsi, è un
fatto positivo, perché rappresenta un valore aggiunto.
Se, al
contrario, si candida nel PD, rimanendo culturalmente e politicamente nel
centrodestra, allora questo è un problema molto serio. Poiché la presenza di
tali consiglieri potrebbe cambiare i connotati politici del PD nelle
istituzioni cittadine.
Questa
situazione impone pertanto al nostro partito di ripristinare al più presto la
funzionalità degli organismi dirigenti, comunali e provinciali, e aprire un
confronto continuo con i propri rappresentanti in consiglio comunale, con
l'obbiettivo di ricostruire un'identità politica che negli ultimi anni sembra
scomparsa.
E' necessario
che da questo confronto dentro il partito emerga la linea da tenersi in
consiglio comunale su quale rapporto il PD deve tenere con la giunta Accorinti,
su come differenziarci in consiglio dal centro-destra ed, infine, sulla
definizione di una nostra agenda politica di priorità per la città che permetta
al PD di presentare proposte chiare sui temi dell'economia, delle politiche
sociali e culturali, e sui trasporti.
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